Castello di Malaspina di Carrara

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Castello di Malaspina di Carrara

Carrara
Il Castello Malaspina di Carrara - Palazzo del Principe dei Cybo, è situato nel centro storico medievale di Carrara. Ultimo grande centro di costa della Toscana nord occidentale, nascosto nella vallata del torrente Carrione ai piedi delle Alpi Apuane, il vecchio abitato di Carrara diviene nell'alto-medioevo il centro della "Curtis de Cararia", fortificazione (nel 950 Oberto I ha il suo "Broilus de Cararia" opposto al vescovile "Castrum Veciali") importante per il controllo delle cave di marmo e del punto d'incrocio tra la romana via Carriona (importante per il trasporto dei marmi al mare), la via Longobarda (di collegamento tra Lunigiana, Garfagnana ed Emilia) e la via Pedemontana (Toscana-Liguria), percorsi alternativi alla più importante via di comunicazione dell’epoca medioevale: la via Francigena che da qui dista solo 4 chilometri. Il primo documento scritto rimasto sul Castello di Carrara risale al 13 agosto 1187 quando l'Abate Rainero del Monastero di San Colombano di Bobbio cede “in perpetuo" la "Rocha vetus de Cararia" ai Marchesi Opizone II e Alberto Moroello Malaspina, figli di Opizzone I Malaspina il Grande, Marchese e Conte Palatino di Federico Barbarossa, erede dei diritti degli Obertenghi. La primitiva rocca, probabilmente edificata su precedenti fortificazioni bizantino-longobarde, si trova sul "Groppinus", piccola altura a sud-est del "Broilus et Burgus de Cararia" ed è sempre stata oggetto di contesa nella lotta tra il potere laico dei Malaspina ed Vescovi-Conti di Luni ai quali Ottone I concesse la fortificazione il 19 maggio 963 per un voluto contrasto feudale con gli Obertenghi. Nel 1215 Federico II nomina nuovo "Dominus Carariae" il Marchese Guglielmo dei Massa-Corsica-Cagliari, consanguinei dei Malaspina, che fortifica il borgo di Carrara con la prima completa cortina muraria ed amplia la struttura della squadrata “Rocha de Cararia” caratterizzata da una "turris magna" ed una "turris Malaspinae" con merli ghibellini, paramenti murari a bianchi conci marmorei, due grandi portali esterni con lo stemma della famiglia Malaspina, due cortili interni con stemmi marmorei ed affrescati, strutture porticate "a logge" e portali "a bugne". Nel 1473 Jacopo Malaspina dello Spino Fiorito di Fosdinovo, nuovo marchese di Massa e Principe di Carrara, sceglie il castello di Carrara come residenza principale preferendola alla più grande e munita, ma meno comoda, Rocca di Massa, ampliandolo con cortili, loggiati e la "Camera Picta". Nel 1519, l'ultima dei Marchesi Malaspina, , risposatasi con il nobile genovese Lorenzo Cybo, nipote dei Papi Leone X Medici e Innocenzo VIII Cybo, edifica "un picciolo ma vago palagio iusta la rocha de Carraria", che il 12 maggio 1536 ospita Carlo V di Spagna, protettore del piccolo stato. Dal 1540 al 1549 il Cardinale Innocenzo III Cybo, Governatore di Carrara, dal Castello e dal "Palazzo di Ricciarda" crea un nuovo Palazzo-fortezza, in stile ferrarese, con sculture, reperti romani, quadri, affreschi, circondato da un vasto giardino adorno di fontane marmoree. Allestisce anche la ricca "Biblioteca Cybo", con codici miniati e le prime opere a stampa e nel Torrione centrale della Rocca raccoglie il medievale Archivio Notarile di Carrara (prezioso per i contratti di compravendita di marmi di Donatello e Michelangelo). Nel 1557, Alberico I Cybo-Malaspina, nuovo marchese di Massa e Principe di Carrara, edifica la seconda cerchia muraria di Carrara, unita con la monumentale Porta Nuova o “dello Stradone" al Castello Palazzo del Principe, simbolo della rinnovata “Civitas Carrariae” raccordato all’antica struttura da un elegante transetto cinquecentesco a colonne e bifore. L’elegante palazzo fortificato aveva il vestibolo verso il nuovo centro cittadino nella monumentale Sala delle Colonne dalla quale, a lato della Sala dei Nobili, con due doppi scaloni marmorei seicenteschi, si accedeva al piano superiore dove si trovavano i rinascimentali appartamenti privati del Principe, ricchi di stupendi arredi ed affreschi (ancora oggi integri), marmorei portali tra i quali quello con il ritratto (considerato osè) di Elisabetta Della Rovere, prima moglie di Alberico I, corridoi affrescati e ricchi di opere d'arte, la monumentale sala di rappresentanza, la Sala Grande o “dei Gessi", il loggiato cinquecentesco con volta a botte affrescato con decorazioni a grottesche e la marmorea scala elicoidale per accedere alla "Turris Magna Rochae Carariae" di costruzione medioevale. Persa la vecchia funzione militare, il Castello di Carrara rimane simbolo del potere ducale fino al 30 giugno 1796 quando viene occupato dalle truppe di Napoleone e devastato: trafugate le opere d’arte, disperso l'Archivio Notarile di Carrara, i meravigliosi giardini del Principe vengono distrutti e ridotti a piazza d'armi della guarnigione. Nel 1806 la duchessa di Lucca e Massa, Principessa di Carrara e Piombino, Elisa Bonaparte-Baciocchi, destina il palazzo dei Cybo-Malaspina a sede della "Ducale Accademia d'arte di Carrara" i cui presidenti onorari sono Napoleone I e Eugenio Beauharnais. Con la Restaurazione torna nel 1815 l'ultima Duchessa di Massa e Carrara: Maria Beatrice Cybo-Malaspina-Este, moglie dell'Arciduca Ferdinando d'Asburgo, che destina ancora il rinascimentale Palazzo del Principe a sede dell’Accademia d'arte, mentre il Castello, irriconoscibile per le modifiche architettoniche, è adibito agli usi più diversi tra i quali anche a lazzaretto e carcere cittadino. Con l’unità d’Italia al Castello Malaspina di Carrara, salvatosi dallo scellerato uso ottocentesco di sventrare le fortificazioni medievali e rinascimentali, viene confermata la sede della prestigiosa "Reale Accademia di Belle Arti di Carrara" e dopo il terremoto del 1920 viene riportano in luce il complesso originale della Rocca medievale. Nel 1954 la Soprintendenza alle Belle Arti di Pisa autorizza un nuovo, ed errato, intervento sul Castello: il cinquecentesco "Palazzo del Principe dei Cybo" viene incredibilmente soprelevato di un piano snaturando le proporzioni del complesso Castello-Palazzo in quanto la Rocca medioevale, un tempo più alta, viene in questo modo prospetticamente schiacciata dell'attiguo Palazzo rinascimentale. Un altro intervento vede in oltre murato il doppio "Scalone d'onore " seicentesco, del Palazzo Cybo, tra la "Sala delle colonne" e la "Sala Grande". Terminati gli ultimi restauri, il Castello Malaspina - Palazzo del Principe dei Cybo, è aperto al pubblico e gratuitamente visitabile su richiesta. Ospita la sede centrale dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, con:

a pianterreno: l'antica Sala delle Colonne ospita la ricca Biblioteca dell'Istituto con due edizioni originali della "Encyclopédie ", mentre nella Sala dei Nobili si trova la più completa Marmoteca Nazionale esistente;
al 1°piano: nei cinquecenteschi appartamenti privati del Principe si trovano, oltre alla Presidenza e la Direzione, i preziosi "Archivi antiquari locali" con gli "Statuti di Alberico I", la pregevole raccolta bibliografica lunigianese dei Conti Del Medico, l'importante Archivio Zaccagna e la ricca Emeroteca Apuana con la copiosa pubblicistica locale del XIX-XX secolo;
i resti delle antiche collezioni artistiche del Castello: una piccola Pinacoteca, una raccolta di sculture e l'importantissima Gipsoteca (sec. XVIII-XX) con Canova, Thorwaldsen, Tenerani, Dazzi, Finelli, Bartolini, Fontana e copie uniche dei Gessi Vaticani, del Louvre e del British Museum;
davanti al settecentesco "Studio Anatomico", sotto il loggiato medievale posto in una sala del '500, sono esposti i resti della "Collezione antiquaria di marmi antichi": opere romane come la celebre edicola votiva dei "Fantiscritti ", medievali come "L'Annunciazione" di Lapo di Giroldo del XII secolo e rinascimentali (es. busti dei Cybo - Malaspina), mentre altri pezzi sono attualmente in prestito al "Museo del Marmo Città di Carrara".

Indirizzo: Via Roma, 1 -54033- Carrara (MS)
Orario di apertura: visite su appuntamento
Tel: 0585 71658
Sito web: www.accademiacarrara.it 

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